Comitati di Quartiere

Alle idee fondanti il Regolamento Comunale “Democrazia e Partecipazione”, approvato con Delibera del Consiglio Comunale n. 18 in data 30 Luglio 2012, è data concretezza ed attuazione attraverso l’emanazione del “Regolamento dei Comitati di Quartiere”

Descrizione

Il quale tutela, valorizza e promuove tra i cittadini la diffusione di una maggiore sensibilità e partecipazione alla vita sociale, attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi:
1. miglioramento della qualità della vita e sviluppo del senso civico;
2. difesa dei diritti e delle istanze degli abitanti di ciascun quartiere;
3. stimolo e verifica costruttiva dell’operato delle istituzioni e della Pubblica Amministrazione.
L'azione amministrativa nella realizzazione delle scelte di programmazione non può prescindere da un ampio coinvolgimento cittadino. La scelta delle scale di priorità, degli strumenti e degli atti materiali richiede un confronto schietto e sincero tra gli attori della vita sociale di un paese.
La concertazione preventiva consente di ottenere un quadro conoscitivo obiettivo delle difficoltà, su cui tessere le strategie di aggressione più idonee a porvi rimedio in modo stabile e duraturo. 
In quest’ottica i comitati di quartiere, l'associazionismo ed il volontariato diventano un’opportunità di crescita per ambo le parti coinvolte; se da un lato, infatti, permettono all’Amministrazione Comunale di avere immediata contezza delle problematiche che attanagliano il territorio di competenza, dall’altra consentono alla comunità tutta di esprimersi in maniera diretta, senza inutili intermediazioni, sui propri bisogni. Non a caso la ricetta vincente per lo sviluppo socio – economico di un’area circoscritta è la partecipazione attiva dei cittadini alla res - pubblica. Ovunque si sia avuta una qualche forma di democrazia partecipata della collettività al governo della città si è verificato, generalmente, un aumento del benessere e dell’efficienza, come naturale conseguenza di controlli e supervisioni più serrati ed un miglior ricorso alle potenzialità locali. È stato appurato, infatti, che gli stessi progetti e finanziamenti di natura pubblica (europei, statali e regionali) sono assai più incisivi ed efficienti se le comunità locali a cui sono destinati hanno voce nella loro progettazione ed esecuzione, poiché risultano meglio calibrati rispetto alle esigenze della cittadinanza, con minori ritardi dovuti ai contrasti fra gli operatori del progetto ed i beneficiari. Il coinvolgimento locale delle persone si traduce spesso in servizi più appropriati alle esigenze dei cittadini, i cui vantaggi sono distribuiti più equamente fra la popolazione, con interventi più rispondenti ai bisogni della cittadinanza, in quanto le autorità locali, essendo più vicino agli abitanti e più sensibili alle loro istanze, distribuiscono le risorse con maggiore cognizione di causa dirigendole verso settori solidali, e più in generale nei settori più rilevanti per lo sviluppo umano.
Pertanto la partecipazione civica non dovrà limitarsi alla sola esposizione delle problematiche in cui incorre il quartiere di riferimento, ma dovrà investirsi di un carattere propositivo dando spazio alla ricerca delle soluzioni d’uopo, maturate da chi quello spazio urbano lo vive quotidianamente.
Infine, non va dimenticato che la città è la realtà plurale per eccellenza. Non a caso la stessa identità di un contesto urbano, di un “quartiere”, è la stratificazione di identità diverse, comprese sia quelle “prodotte localmente” sia quelle definite o imposte dall’esterno in relazione alle immagini che si hanno di quel determinato contesto. Un “quartiere”, quindi, non è un concetto chiaramente esplicitabile, quanto piuttosto è un grumo di storie, di nodi, di reti, di conformazioni spaziali, di pratiche, ecc. con un’identità plurima ed evanescente. Per questo, sebbene esista un senso comune del bene, non tutti sono in grado di esprimerlo con la stessa intensità e lo stesso trasporto, indi per cui è importante che ciascuno nel proprio piccolo dia il proprio contributo alla città, perché sebbene “Quello che facciamo è soltanto una goccia nell'oceano, se non ci fosse quella goccia all'oceano mancherebbe (Madre Teresa di Calcutta)”.

 

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